Curiosità e Misteri

Torrano (anche Torano e Thorano) origini del nome

I documenti storici ritrovati accreditano due fonti sulle origine del nome dato al sito. La prima si riferisce a luogo diffcile e impervio, La seconda lo fa risalire ad una famiglia romana del primo millennio, i Turania, a seguito di un ritrovamento di una pergamena che cita questa famiglia e la mette in relazione agli insediamenti romani della vicina Velleia La pergamena di cui si riporta il testo è stata scolpita su pietra e apposta a lato dell’ingresso del giardino all’italiana posto alla base della Torre.

“CALLICLAE PIRRADI VIXIT AN LXV C.TURANIUS PHALIX F. MATRI SANCTISSIMAE ET DEAE L.D.A.L. PAVLLO ET VERAX IN FR. P. XX IN AGR. P. XXVI. S 8”

Ad avvalorare il richiamo storico , citazioni della famiglia dei Turania esistono anche sul’Appia Antica al 3° miglio dove si legge: “Oltre il cancello dell’ex Forte Appio, si susseguono sulla destra, l’epigrafe di un Gneo Bebio Pampilo, e due iscrizioni di una famiglia TURANIA, poi un alto rilievo marmoreo con un personaggio raffigurato in nudità eroica”.

La cella in profundo “turris”

I documenti storici riportano di una camera ai piedi della torre nella quale era una prigione a “canna quadra” di poco più di un metro di lato in cui si celavano i prigionieri. Essa si prolungava fino al volto, ove era praticato un foro, chiuso da ribalta, nel quale si introducevano i disgraziati che per particolari ragioni si volevano tenere nascosti, o condurre a morte. Oggi, probabilmente per un interro o crollo, le prime ricerche non hanno ancora consentito il ritrovamento di tale prigione.

Le vie di fuga sotterranee

Testimonianze locali di soggetti contemporanei riportano di 2 passaggi sotterranei che dipartendo dal nucleo castellare congiungono, l’uno il borghetto di “la fratta”, in allora annesso al feudo di Torrano , l’altro diretto alla sponda sinistra del fiume Nure, presumibilmente nei pressi del Castello di Vigolzone. Nessuna ricerca è stata per ora avviata. Stante che le testimonianze parlano addirittura di bambini ,oggi adulti, che in questi cunicoli si addentravano per gioco, si presume che ne residuassero soltanto alcuni tratti.

Le tre croci

Sono state ritrovate 3 croci in ferro, nel durante di alcuni lavori agricoli a poca profondità dal suolo, nell’area antistante gli edifici ex rurali posti all’esterno delle mura a sud del castello Si tratta di oggetti in ferro di foggia diversa e di periodi presumibilmente diversi, ritrovate a pochi passi l’una dalle altre. Protezione, minaccia ,benedizione ,maleficio, riti religiosi ,esoterismo? L’unico riferimento a tre croci è quello di Gerusalemme e forse più semplicemente si tratta di oggetti abbandonati per incuria e poi nascosti dal tempo.

La stella a cinque punte sotto i lauri giganti

All’esterno delle mura a nord del castello durante i lavori di manutenzione del verde è emersa la traccia di una stella a cinque punte di circa 3 metri di diametro disegnata da sassi irregolari e posta dove oggi sono presenti 2 imponenti lauri . Non è stato possibile datare il ritrovamento ,né un piccolo scavo al centro ha fornito alcuna informazione Si presume che la stessa fosse precedente alle piante e quindi risalente ad almeno 80 anni fa Forse un semplice disegno di arredo o un riferimento di appartenenza sociale e/o culturale.

Il ponte levatoio sul fossato a secco

Essendo il Castello di Torrano ubicato al culmine di una collinetta che si erge a pan di zucchero sulla pianura , non ha mai avuto necessità di provvedere alla propria difesa circondandosi di un fossato, come altri siti , rendendo così inaccessibile il luogo se non attraverso un ponte levatoio che opportunamente retratto costituiva una sorta di impenetrabilità alle minacce esterne. La stessa orografia del sito ne avrebbe impedito la costruzione. Nonostante ciò, e pur non esistendo un dirupo, per accedervi fu comunque costruito un ponte levatoio, sovrastante il fossato a secco che, quando chiuso , dava continuità alla cinta muraria a guisa di maggior impenetrabilità del fortilizio. A valle del periodo feudale, essendo ormai preminente l’utilizzo civile con annesso fondo agricolo, in un imprecisato periodo fra il 1806 e il 1920, dove è documentato dalla ricca raccolta fotografica ritrovata , il ponte levatoio è stato sostituito da un terrapieno per facilitare il passaggio dei carri a supporto delle attività rurali che si sono sostituite nel tempo, via via che la funzione di difesa del Castello veniva meno, con annessa scala in sasso per favorire l’accesso pedonale dal fossato. Fortunatamente le originali parti in ferro vennero salvate e ciò consentirà, negli anni 60, la sua ricostruzione con lo smantellamento del terrapieno e successivamente della scala in sasso, ridando all’accesso al castello attraverso la “Primam Portam”, il suo “sapore” originario. Non esistono documenti che permettano di risalire alla preesistenza di eventuali arcate anche se, nell’abbattimento del terrapieno, effettuato nel secolo scorso e anch’esso documentato fotograficamente, sono stati ritrovati i resti in sasso del battiponte e di probabili arcate in laterizio Il ponte levatoio ricostruito consente oggi una rappresentazione del tutto identica all’originale che in forza dell’ alloggiamento delle catene e del bolzone, si deduce fosse coevo all’ edificazione del portale d’accesso (Primam Portam).

 
 

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